19 settembre 2008

Call center d'autunno: quando è no, è no

Roma -Il popolo dei centralinisti scende in piazza per dire due parole. Dopo la stagione dei contratti, dopo il monito sulle interferenze telefoniche insopportabili, il crollo della dignità dovuto a voci come "salari", o "tutele", il telefono riprende a squillare. Questa volta, infatti, gli operatori dei call center protestano per gli scherzi telefonici dei più o meno giovani.Un lavoratore di nome Andrea ha detto che "Non ce la faccio più. Un estate intera che i ragazzini non avevano un tubo da fare e chiamavano di continuo." Una donna venuta da Pozzuoli, madre, precaria, col mutuo, le tasse, la farmacia ha dichiarato: "C'era un tizio che telefonava ogni giorno. Chiedeva sempre di me. Si era innamorato della mia voce". Un uomo, partito nella notte da Reggio Emilia, ha invece sfogato il suo rancore verso ignoti che chiamavano per informazioni circa le biciclette elettriche. "Mi facevano, guardi...delle domande come: è sicura per mio figlio? Gli mancano le braccia. Oppure: è fatta di materiale incendiabile?" Scherza, poi, una giovane centralinista di una struttura termale. "Ha chiamato un pensionato che voleva portare sua moglie "ai fanghi". Gli ho domandato cosa avesse la signora, e lui: -A casa non funziona-"

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